Dipingere sui muri l’anima della mia città
di Luigi LAGUARAGNELLA
Articolo tratto da Primopiano.info
I suoi murales sono riconoscibili in giro per Bari, con uno stile – soprattutto le sfumature blu del mare – raggiunto grazie a una lunga esperienza di artista e illustratore. Colorano e danno vita ai muri delle scuole e dei mercati, rendendo belli e ospitali gli spazi comuni. Giuseppe D’Asta, artista barese, si definisce un “illustratore di strada”. Si è avvicinato alla street art solo da qualche anno ma è già stato coinvolto in numerosi progetti scolastici e di cittadinanza attiva, portando la sua arte sui muri della città e donando bellezza ai suoi concittadini.
Giuseppe è membro dell’associazione Retake Bari, che si occupa di tutela dell’ambiente e decoro urbano, ed è uno dei fondatori de La Puglia racconta, associazione di illustratori nata nel 2017. Due esperienze diverse che in qualche modo gli hanno dato visibilità e la possibilità di mettere a disposizione della cittadinanza la sua arte. “In poco tempo sono riuscito a realizzare diverse opere pubbliche. Ciò mi fa capire che quello che realizzo è apprezzato. La street art non solo aiuta a riqualificare e valorizzare uno spazio pubblico, diffondere bellezza ma è allo stesso tempo un mezzo per trasmettere alla collettività il messaggio che quel muro è di tutti, un bene comune che non va sporcato. Dietro ad un’opera d’arte c’è un grande lavoro che a volte si sottovaluta: una scritta senza nessun senso creativo, non è bellezza, resta solo un gesto vandalico. E’ anche questo il messaggio che provo a trasmettere quando parlo con i ragazzi, gli studenti dei percorsi che conduco, come la legalità dell’arte urbana, la tutela degli spazi pubblici, il senso civico e la bellezza”.
Realizzare murales è un lavoro con tante problematiche. Ma in questo difficile momento di pandemia le difficoltà sono ancora maggiori. “Il nostro è un vero e proprio lavoro. In questo particolare momento storico viviamo una situazione difficile come tanti liberi professionisti. Dietro un’opera non c’è soltanto un semplice disegno ma ricerca, progettazione, schizzi, ore e ore di lavoro. Le mie creazioni non sono il prodotto di un’attività spontanea; sono frutto di vari studi. Certamente i complimenti ricevuti per un’opera realizzata rappresentano la più bella soddisfazione. Le critiche invece aiutano a migliorarsi. Ma chi decide di intraprendere un percorso artistico è consapevole delle difficoltà a cui va incontro”, spiega Giuseppe, che non si è mai arreso, mostrando capacità e grande determinazione.
“Ho incominciato ad occuparmi di arte e illustrazione -racconta- da quando sono tornato a Bari, dopo un periodo di cinque anni a Milano in cui facevo tutt’altro. Nel 2009 tornato in Puglia, nel periodo della grave crisi finanziaria, ho trascorso un periodo travagliato. Il disegno, però, si è rivelato la mia valvola di sfogo, la soluzione ai miei problemi e pian piano mi sono riavvicinato al mondo dell’illustrazione, entrando a far parte del gruppo di illustratori ‘La Puglia racconta’, divenuto poi un’associazione. Questa realtà mi ha consentito di intraprendere un percorso artistico, avvicinarmi al mondo dell’illustrazione, a tratti magico ma anche molto complicato per alcuni aspetti: le case editrici non sempre valorizzano il lavoro dell’illustratore nella realizzazione di un libro”.
Il libro illustrato è stato un trampolino di lancio; da qui ha preso il via un decisivo itinerario di crescita. Giuseppe D’Asta, infatti, è invitato a numerosi progetti, non solo scolastici, sul valore dell’impegno sociale. “Il senso di comunità per un artista è indispensabile perché aiuta nel lavoro e offre opportunità di scambio, di conoscenza. E’ utile soprattutto per gli artisti che tendono ad essere solitari e vivere nel proprio mondo. Io questo l’ho compreso col tempo, se vuoi farti conoscere devi frequentare contesti culturali, visitare musei, viaggiare, leggere tanto, conoscere altre realtà culturali presenti sul territorio. Serve per arricchirti, conoscere e farti conoscere; non aspettarsi che qualcuno venga a bussare alla tua porta. L’arte per me deve sempre raccontare qualcosa alla comunità; l’arte è per la comunità”, chiarisce Giuseppe.
Ogni murale realizzato dall’artista barese racconta una storia e davanti ad essa poi si apre una nuova trama grazie alle relazioni che si creano e ai messaggi potenti che l’arte riesce a trasmettere. Le opere disegnate sul muro diventano testimonianze di bellezza, di rispetto del prossimo, di cura dell’ambiente e delle persone attorno. Recentemente ha terminato un altro lavoro all’esterno della scuola Massari nell’ambito di un Pon regionale Studio in Puglia… Insieme con cittadini stranieri. Prima della chiusura delle scuole è riuscito a lavorare insieme a un gruppo di studenti durante la fase di progettazione. Nonostante le porte della scuola chiuse, due grandi cigni animano quel muro: “Due cigni si abbracciano e simboleggiano il momento dell’incontro, dell’unione ed entrano in relazione”. A ispirare questo murale è stato il periodo di lockdown in cui l’artista ricorda come nelle città deserte siano stati avvistati volatili insoliti che difficilmente si sarebbero potuti avvicinare con il traffico e la presenza dell’uomo. “I cigni sono animali onirici – dice Giuseppe – rimandano al sogno”. Hanno colori diversi, ma sono uniti dal valore della bellezza che supera ogni differenza e poi si abbracciano intrecciandosi nei loro colli lunghi e ricordando un gesto così semplice e, di questi tempi tra l’altro, tanto ricercato.
D’Asta racconta il progetto del suo primo murale all’esterno della scuola Mazzini-Modugno: “Insieme ai volontari dell’associazione Retake, prima di realizzare il disegno fu svolta un’attività di cittadinanza attiva coinvolgendo gli abitanti del quartiere, i bambini e le famiglie per ripulire il muro dell’istituto scolastico completamente deturpato da scritte di vandali. Non era un bel vedere per i residenti e gli stessi studenti che frequentavano la scuola. Come primo approccio dovevamo utilizzare una tecnica delebile, quella del gessetto colorato: la mia esperienza di madonnaro si è rivelata utile. L’anno successivo, grazie ad uno sponsor privato e con il sostegno di Retake realizzai il murale con la tecnica della pittura acrilica, sul tema ‘I miti del mare’. La parete dipinta è lunga 60 metri e il murale è suddiviso in due parti: un lato rappresenta il mare e gli animali che lo abitano come balene e tartarughe, che richiamano gli esseri marini leggendari, appartenenti ad un mondo infantile e onirico. Un invito alla tutela dell’ambiente, sapendo che questi animali sono le prime vittime dell’inquinamento e delle catastrofi”.
Il murale è una storia da seguire metro per metro: “La parte successiva ‘Figli di Marea’ è dedicata al mare come mezzo di comunicazione tra culture e terre diverse. Il mare che rappresento si trasforma in una sirena blu, che diventa un simbolo profetico, benefico e non negativo e terribile come è ricordata nelle leggende. E’ la salvezza e la speranza di molti migranti che, purtroppo perdono la vita, nelle acque del Mediterraneo; nell’ultima parte, infatti, è riprodotto lo skyline di Bari, intesa come terra della speranza. La Puglia, insieme alla Sicilia, è tra le regioni che vivono direttamente il dramma degli sbarchi di uomini e famiglie in condizioni disperate”, prosegue.
Il primo murale è la strada per nuove collaborazioni soprattutto per il messaggio positivo che D’Asta riesce a comunicare con uno stile estremamente delicato, che stona piacevolmente con l’idea aggressiva che si associa ai murales. Temi e stile affrontati hanno un’impronta educativa per i ragazzi. Così è nato un altro progetto con la scuola Massari-Galilei, nei pressi del Policlinico di Bari, come Giuseppe racconta: “Nell’ambito di un programma della Regione Puglia sulla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo è nato un murale lungo 35 metri: l’obiettivio è trasmettere un messaggio positivo attraverso le figure rappresentate, collegate dai fili di un auricolare, ossia il sentimento opposto al bullismo, l’amore e l’amicizia”.
Poco alla volta, l’interesse nei confronti di Giuseppe è aumentato, soprattutto grazie al suo impegno con l’associazione Retake che a Bari realizza tantissimi progetti di cittadinanza attiva ripulendo muri, eliminando rifiuti, promuovendo l’idea di bellezza e cura. Con questa associazione, oltre che con La Puglia racconta, il nostro ha realizzato un murale carico di curiosità e tradizione cittadina per la Rete Civica Urbana di San Girolamo-Fesca-Marconi-San Cataldo, alla periferia di Bari. Con “La Ciclatera” l’artista è riuscito a riportare alla luce un’usanza barese: “Con questo murale ho riportato alla memoria una vecchia abitudine del quartiere e dei suoi abitanti. Il disegno mostra una figura femminile distesa in spiaggia, in costume stile anni trenta, sulla cui schiena passa un treno a vapore, la famosa ciclatera, che tra l’ottocento, il novecento e fino agli anni sessanta attraversava la città di Bari, partendo dalla stazione Bari nord e arrivando a Barletta. Durante il periodo estivo, trasportava le donne e i bambini delle famiglie benestanti baresi alle colonie balneari presenti in questo quartiere.” Riguardo questa realizzazione Giuseppe chiarisce: “In realtà ho trovato affascinante lavorare a questo progetto perché molta gente del quartiere non sapeva dell’esistenza di queste colonie, i vecchi luoghi di villeggiatura dei baresi”.
In alcune aree di questo territorio ci sono diverse ville in stile Liberty, la cosiddetta “casa al mare” di tante famiglie agiate. Il murale della Ciclatera si trova all’esterno del mercato di San Girolamo. “Il riscontro di questi lavori è sempre positivo. Quando si fa street art, infatti, si coinvolgono i cittadini. In questo caso -spiega Giuseppe- è stato interessante e divertente il modo in cui gli abitanti mi hanno accolto mentre lavoravo, soprattutto i mercatali. Inizialmente pensando fossi delegato dal sindaco mi riempivano di segnalazioni da riferire al primo cittadino. Dopo aver visto che stavo dipingendo, mi hanno trattato letteralmente come uno di famiglia, instaurando una bella amicizia”.
Giuseppe D’Asta ha realizzato altri murales. Un profilo di donna in chiave surreale per ricordare il dramma della violenza sulle donne, nell’ambito dell’iniziativa Generare Culture non violente, sostenuto dall’assessora al welfare Francesca Bottalico con Progetto Città. Poi l’ultimo, nato dal progetto Rigenerazioni Creative, con l’Aps Genitori Marconi, all’interno del giardino condiviso della scuola Marconi nel quartiere San Cataldo. “Per l’inaugurazione di un’arena cinematografica -racconta- sono stato contattato per riqualificare un muro del giardino. L’opera è ispirata alla figura di Federico Fellini in occasione del centenario della sua nascita: ho rappresentato il regista che vola sulla città di Bari simboleggiata dalla lanterna del faro. La prima figura di questa street art è la luna. ‘Chiedilo alla luna’ è il titolo del murale e del progetto ‘Ciak in arte giardino’. La luna è l’elemento ricorrente nella produzione cinematografica di Fellini.”
Giuseppe è un illustratore di strada che porta sul muro le illustrazioni che realizza per i libri, cercando di raccontare un sentimento, un episodio di attualità. Ormai il suo stile è riconoscibile ma l’artista non smette mai di ricercare strade nuove e di perfezionare il suo lavoro: “Mi piace l’idea di essere l’illustratore dei ragazzi perché amo essere a contatto col loro mondo. Poi le illustrazioni piacciono ai piccoli e ai grandi”. Interfacciandosi spesso con le nuove generazioni e grazie alla sua attività creativa prova a delineare un’immagine dei ragazzi che in fondo è la stessa agli adulti di oggi. “Tra i ragazzi c’è quello più sensibile e quello meno attento alle tematiche che rappresento. Con i ragazzi più difficili cerco di instaurare un rapporto più stretto. Anche durante la realizzazione di un murale ho ricevuto frasi provocatorie da un adolescente di una scuola: dopo avergli parlato ho constatato che non era interessato all’arte e, quindi, al senso del bello e al rispetto. Non è facile educare i giovani e avvicinarli a qualcosa di nuovo, anche se sono tantissimi i ragazzi meravigliosi”, osserva il nostro artista.
Giuseppe D’Asta, tra i numerosi lavori e laboratori creativi, ha illustrato due libri e vorrebbe continuare su questa strada, anche se per la figura degli illustratori andrebbe rivisto il diritto d’autore in campo editoriale. Quando disegna per un libro cerca di non essere mai didascalico ma di condurre il lettore alla scoperta dei significati più nascosti. La sua arte lascia in eredità la curiosità che emerge dalla gente quando osserva le sue creazioni. A lavoro terminato i cittadini diventano custodi dell’opera: “Questo è il bello della street art e dell’arte in genere: la curiosità e la bellezza sono doni per tutti”, conclude Giuseppe.