I Lupetti al Tic nazionale Cngei. Il branco Tregua dell’Acqua ha una storia da raccontarvi

I Lupetti al Tic nazionale Cngei. Il branco Tregua dell’Acqua ha una storia da raccontarvi

Ecco qui di seguito il racconto che i Lupetti del branco Tregua dell’Acqua hanno raccontato all’editore Cristiano Marti, durante il laboratorio di scrittura creativa “Ci vediamo in pagina”. La storia è nata dall’unione dei protagonisti dei libri Teo e la luna   Pan, Cremorin e il segreto della Prof  e L’Uomo Sole

 

Come ogni mattina Teo stava facendo colazione con accanto il suo cane. E come ogni mattina si stava domandando come mai si svegliasse sempre così stanco.
Fu proprio il cane, ormai insofferente a quel pensiero quotidiano del suo padroncino, che gli diede la spiegazione:
«Per forza sei stanco! Vai a dormire sempre tardi».
Forse il piccolo aveva bisogno di più riposo. O forse aveva bisogno di sognare.
Quella mattina, appena terminata la colazione, suonarono al campanello. Quando Teo andò ad aprire si ritrovò davanti Pan e Cremorin.
«Ciao. Abita qui la prof Dorabella?», domandarono i ragazzi.
«Certo che abita qui, è mia madre», rispose sorpreso Teo.
«Bene! Cercavamo casa sua da tempo»
«E perché la cercate?»
«Vogliamo sapere il perché della sua tristezza»
«Mia madre non è triste!», protestò Teo.
Pan e Cremorin si guardarono, poi abbassarono la testa.
Teo fu invaso da un senso di preoccupazione e rabbia. Corse su per le scale e andò, spalancò la porta della camera e vide sua madre stesa sul letto.
«Mamma, è vero che sei triste?», chiese quasi urlando.
Dorabella si voltò appena verso suo figlio ma non gli rispose. Lo amava tanto e voleva proteggerlo da una verità troppo grande e dolorosa.
Teo guardò il viso di sua madre e tornò di sotto più agitato che mai.
Scese per chiedere aiuto a Pan e Cremorin, ma i due erano già andati via.
Il piccolo passò tutto il giorno a rimuginare, preoccupato per una situazione che non riusciva proprio a comprendere.
Quando arrivò la sera, decise che sarebbe andato a letto presto. Magari il giusto riposo lo avrebbe aiutato a risolvere quell’enigma.
E proprio quella notte, accadde una cosa molto strana.
La luna scese dal cielo. Teo si svegliò e le domandò:
«Luna, perché mia madre è triste?».
E la luna gli rispose:
«Non domandare con ebbrezza
ma usa la saggezza.
Fallo con gentilezza».
Ascoltate quelle parole, il bambino si addormentò di nuovo. E sognò.
La pancia di sua madre. Dentro c’era una sfera luminosa che pian piano si spegneva, fino a smettere di brillare.
Il mattino seguente Teo si buttò giù dal letto, e con in testa quell’immagine, cominciò a cercare per tutta la casa qualcosa di cui nemmeno li aveva idea.
Arrivò in camera di sua madre, aprì il cassetto del comodino e trovò un quadernetto. Lo aprì e cominciò a sfogliarlo.
Dorabella era un’insegnante di Arte. Era bravissima a disegnare, eppure Teo non aveva mai visto dei disegni così belli: tavole con nelle quali erano raffigurate navi pirata con un piccolo a bordo che viveva delle avventure. E accanto al piccolo, in ogni scena, c’era disegnato un bambino più grande.
Teo si riconobbe subito. Quel bambino era lui!
A quel punto corse da sua madre e, memore del consiglio della luna, gli chiese con gentilezza:
«Mamma, cosa sono questi disegni? Perché li hai fatti?».
Nemmeno questa volta, però, Dorabella rispose a suo figlio. Anzi, per tutto il giorno non gli rivolse una sola parola. Arrivò la sera e andò a dormire.
La luna scese di nuovo dal cielo, ma questa volta andò a trovare lei. E le disse:
«Dove sta
la tua onestà?
Devi dire ciò che è sincero
e devi farlo davvero».
Non appena sveglia, la donna andò da Teo e in lacrime gli raccontò tutto: stava aspettando un bambino, per mesi aveva immaginato come sarebbe cresciuto, sicuramente avrebbe affrontato la vita con gioia. Sarebbe stato un pirata e lui, Teo, gli avrebbe fatto da guida, vivendo insieme al fratellino delle splendide avventure.
Questo aveva sognato per mesi, fino a quando aveva scoperto che il bambino nella sua pancia non c’era più.
«E l’Uomo Luna?», domandò Teo.
Così il bambino chiamava il compagno della mamma, perché era un astronauta.
Da tempo, però, i due si erano allontanati. Lei pensava a lui ogni giorno. E anche lui pensava a lei, chissà in quale parte dell’universo.
Teo guardò sua madre piangere.
Di nuovo venne la sera. Teo andò a dormire. E di nuovo sognò.
Sua madre era innamorata dell’Uomo Luna e voleva con tutto il cuore che tornasse. Allora lui scese da cielo in forma di luna e mise una mano sulla pancia della mamma. La sfera che le si era spenta nel ventre improvvisamente si riaccese. E tornò a brillare.